Yesterday, Louise Brooks was celebrated in jazz in Italy. . .
Il 7 dicembre, ore 21, alla Casa del Jazz, Roma
SIMONE GRAZIANO QUINTET
“Frontal”
David Binney sax alto
Dan Kinzelman sax tenore
Simone Graziano pianoforte
Gabriele Evangelista contrabbasso
Stefano Tamborrino batteria
CRISTIANO ARCELLI QUARTET
“Brooks”
Cristiano Arcelli sax alto
Federico Casagrande chitarra elettrica
Marcello Giannini chitarra elettrica
Zeno de Rossi batteria
Federico Casagrande chitarra elettrica
Marcello Giannini chitarra elettrica
Zeno de Rossi batteria
CRISTIANO ARCELLI /SIMONE GRAZIANO ENSEMBLE
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e Zètema Progetto Cultura
“Frontal”, il nuovo disco del pianista fiorentino Simone Graziano pubblicato a maggio da Auand Records e realizzato insieme a Chris Speed, David Binney, Gabriele Evangelista e Stefano Tamborrino, è un concept album che nasce dall’improvvisazione, si cristallizza nella scrittura e si semplifica nella canzone, suggerendo una forma che è data dall’insieme di tre cerchi concentrici. Con il cerchio esterno, il più grande, a rappresentare l’improvvisazione; il cerchio intermedio, la composizione; e quello più piccolo le song. Nessuno di questi elementi viene mai disatteso, perché nella composizione, anche laddove la scrittura appare molto compressa, la musica continua a mantenere una singolare cantabilità e l’improvvisazione è sempre presente.
Il primo cerchio dell’album passa attraverso tre momenti improvvisativi: Frontal, la title track che apre il disco, No Words At All, brano centrale e Carolina, l’unica in piano solo, che chiude il disco. Il momento compositivo si sublima nei quattro brani articolati su forme inusuali e complesse Tre Spirali, As a First Point, Away From Here, Takehiko, tutti caratterizzati da una densa scrittura. Ci sono infine brani come Rock Song #1, Rock Song #2, Nocturnal Fly, e Lucyne, dove predomina la semplicità formale e melodica.
Sono molti, in “Frontal”, di Simone Graziano, i riferimenti alla formazione e alla personalità del leader. C’è il desiderio di dare suono a una forma geometrica, come nel caso della song minimale Lucyne, che sfuma nel brano Tre Spirali, prendendo un andamento vorticoso e complesso proprio come le spire; o come in Takehiko, dedicato all’incontro presso il Bauhaus Archiv di Berlino con un’affascinante scultura dell’artista Takehiko Mizutan: una lastra di bronzo fusa che dà vita a tre coni concentrici poggianti su un asse obliquo. C’è la passione per la musica rock, quella con cui il pianista fiorentino è cresciuto, espressa nelle due Rock Song. Ci sono le improvvisazioni collettive come in No Words At All dove la suggestione è un suono senza alcuna evoluzione, statico, asettico e distante. Ci sono i grooves di As a First Point; le sovrapposizioni armoniche inusuali di Away From Here; la rappresentazione in musica del sogno di volare di Nocturnal Fly; l’inno al mistero della vita di Carolina.Quella che ha accompagnato Simone Graziano nella realizzazione di “Frontal” è una formazione d’eccezione che avvicina in maniera esclusiva due realtà musicali distanti solo geograficamente, ovvero la sempre più vivace scena jazzistica italiana e l’effervescente mondo dell’improvvisazione newyorkese. Due assi della scena contemporanea statunitense incontrano tre giovani ma già affermati musicisti italiani in una combinazione di originalità e talento.
L’eccezionalità dell’incontro è accresciuta dal fatto che Chris Speed e David Binney, pur avendo all’attivo più di 160 pubblicazioni discografiche, non si erano mai proposti prima d’ora in uno stesso gruppo. La carica innovatrice della band sta nella scelta di eseguire solo musiche originali, composte e arrangiate ad hoc dal leader Simone Graziano; tutte le composizioni mirano a valorizzare il virtuosismo dei singoli esecutori in una musica che non lascia mai da parte la melodicità dei temi e la ricchezza armonica, frutto dello studio dei più grandi maestri della tradizione classica e jazzistica. Tutto ciò contribuisce a determinare un suono d’insieme unico e moderno.
A un anno dalla sua fondazione, il gruppo guidato da Simone Graziano ha già raccolto un pregevole successo di pubblico ed entusiasmanti consensi dalla critica specializzata, che hanno consentito al pianista di essere nominato nel Top Jazz 2012, indetto dalla rivista Musica Jazz, nella categoria Migliori Nuovi Talenti.
“Brooks” è il nuovo lavoro di Cristiano Arcelli, un tributo alla diva dark del cinema muto Louise Brooks, realizzato per l’etichetta Auand.
Alla mostra del Cinema di Parigi del 1950, il famoso storico del cinema Henri Langlois, curatore della mostra, proclamava senza mezzi termini: “Non esistono Garbo e Dietrich, esiste solo Louise Brooks!”. Fu l’inizio della riscoperta e riabilitazione dell’attrice che durerà fino ad oggi. La sua straordinaria e conturbante bellezza, che ne fecero subito il prototipo della donna seduttrice e l’incarnazione del sesso, irruppero nel perbenismo di quegli anni. Divenne l’oggetto del desiderio d’intere generazioni.Guido Crepax dichiarò di essersi ispirato a una foto dell’attrice e alla sua malizia conturbante quando creò l’eterea e peccaminosa Valentina e iniziò un fitto rapporto epistolare con lei per presentarle i suoi lavori e scambiarsi idee, pensieri e intima amicizia. La musica del disco nasce dalla penna di Cristiano Arcelli, il quale fonde il jazz con l’hardcore e il punk e raccoglie tutte le sue esperienze artistiche maturate in questi anni, traendo ispirazione dal personaggio di Louise Brooks.
Ogni brano ha un riferimento preciso:
“Solid Gray”
il titolo è ispirato alla luce dei film dell’epoca del muto. Louise Brooks, alla quale è dedicato il cd, è stata una diva indiscussa di quel mondo.
“Boogeyman and Me”
il lato oscuro della personalità di Louise Brooks (e della nostra), quello che traspare dal suo sguardo, quello che si percepisce leggendo la sua biografia e guardando la sua immagine.
“Elison Parade”
una canzone, firmata assieme a Cristina Zavalloni, che racconta di lontananza, di distacco. Un testo ispirato ai tanti cambiamenti repentini che Louise Brooks ha avuto come donna e come artista nel corso della sua vita
“Pandora”
ispirato al film di Pabst “Il Vaso di Pandora”. Louise Brooks diventerà Lulu, una vera icona del ‘900. La forma del brano “bipartita” e frammentata ritmicamente, descrive la pericolosità dell’essere doppi.
“Verse for Brooks”
come un “verse”, l’introduzione delle canzoni americane di jazz, ritmicamente largo e cantabile, nel mio immaginario descrive la vita di Louise precedente alla carriera cinematografica.
“The City Gone Wild”
il titolo è preso in prestito dall‘omonimo gangster – film del ‘27. Il brano è rabbioso, corrosivo e accelera la percezione come in un film scomodo e di movimento.
“Around Lulu”
un brano dedicato alla Lulu del “Vaso di Pandora”, volendo guardare l’altra faccia della luna. Un brano diviso in due, prima tranquillo e lirico, poi di colpo ritmico e distorto.
“Corale for Brooks”
un’introduzione elettronica prepara il campo ad un corale. Si percepisce la calma del cammino compiuto con tutta la solenne pacatezza di un brano che non ha bisogno di sviluppo ma solo di essere cantato.
“I’ll remember Louise”
il voler tenere a mente la luce dello sguardo di Louise Brooks, un’artista che ha fatto del vivere la contemporaneità una missione e che ha avuto nel suo destino la persecuzione delle sfide dell’arte e della vita.
“Elison Parade” (reprise)
in conclusione un “ritorno”.
In “Brooks”, accanto a Cristiano Arcelli (sax contralto), alcuni dei più interessanti musicisti del jazz italiano: Federico Casagrande e Marcello Giannini (chitarre elettriche), Zeno de Rossi (batteria) e, ospite d’eccezione, la voce di Cristina Zavalloni.
Cristiano Arcelli in questi anni si è affermato come sassofonista e compositore. Ha collaborato con artisti quali: Enrico Rava, Joe Chambers, Paolo Damiani, Cristina Zavalloni, Dafins Prieto, Paul McCandless, Cyro Baptista, Danilo Rea, Gabriele Mirabassi, Nguyen Le, Stefano Battaglia. Si è esibito in molti festival tra i quali: Umbria Jazz, Roccella Jazz, Jazz at Lincoln Center (NY), Casa del Jazz (Roma), European Jazz Expo (Cagliari), Maison de la Culture de Grenoble, New Morning (Parigi), Jazz Festival Saalfelden, Barga Jazz, Beijing Internationl Jazz Festival, Amiens, Teatro Regio (Torino), Auditorium Parco della Musica (Roma). La sua attenzione per la composizione e l’arrangiamento l’hanno portato a cimentarsi con organici di ogni tipo, dal trio all’orchestra sinfonica, travalicando gli ambiti del jazz verso le stagioni concertistiche classiche, le colonne sonore, il teatro e la danza.
Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma
Info: 06/704731
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
Relazioni con la stampa: Maurizio Quattrini 338/8485333
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